La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque carabinieri coinvolti nell’ inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi.
Per i tre militari che arrestarono il geometra, e ritenuti autori del pestaggio, l’accusa è di omicidio preterintenzionale, per gli altri due carabinieri sono calunnia e falso.
Il reato di omicidio preterintenzionale è stato configurato dal procuratore Giuseppe Pignatone e dal sostituto Giovanni Musarò nei confronti di Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, all’epoca dei fatti in servizio al Comando Stazione di Roma Appia. Tedesco è accusato anche di falso mentre a Roberto Mandolini, comandante Interinale della stessa stazione di Roma Appia sono attribuiti i reati di calunnia e falso. Accusa di calunnia anche per lo stesso Tedesco, e per Vincenzo Nicolardi, anche quest’ultimo militare dell’Arma.
Ai tre carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale è contestato anche il reato di abuso di autorità per aver sottoposto Cucchi a misure di rigore non consentite dalla legge.